FILOSOFIA - IL PROBLEMA DEL METODO: GALILEI, BACONE, CARTESIO
Realizzato dal prof. Enzo Rega e dal prof. Attilio Carrella
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Nella sua polemica con la Chiesa Galilei
sostiene che la Bibbia ha valore in campo morale e religioso, ma non in quello scientifico e che debba essere interpretata
sostiene che la Bibbia, in quanto ispirata da Dio, è degna di completa fede per ogni sua affermazione e pertanto va intesa alla lettera
si proclama ateo e non accetta di abiurare
ribadisce che gli scienziati, per quanto liberi nella loro ricerca, non devono porsi in netto contrasto con le affermazioni della Bibbia
Il metodo scientifico di Galilei
prevede una reciproca implicanza di induzione e deduzione
è esclusivamente induttivista, giacché parte dall'osservazione diretta dei fenomeni
in quanto empirista mette in guardia dagli interventi della ragione
è completamente deduttivista
Rispetto alle proprie teorie Galilei
ritiene che esse rispecchiano effettivamente il mondo, per cui la sua è una posizione "realista", che ammette corrispondenza fra pensiero ed essere, anche se ciò non comporta un arrestarsi della ricerca, che anzi deve essere indefinitamente aperta
le ritiene valide solo come modello matematico, perché in molti casi non è ancora possibile compiere esperimenti che le verifichino come assolutamente certe
ritiene che siccome esse rispecchiano perfettamente la natura dei fenomeni rappresentano un punto d'arrivo definitivo al riguardo, per cui la ricerca futura dovrà riguardare altri campi non ancora investigati
ritiene che, per rispecchiare il mondo, non devono pretendere di andare oltre il senso comune, oltre ciò che i sensi in prima istanza ci comunicano
Gli idòla dei quali parla Bacone sono
anticipazioni della vera conoscenza e pertanto sono una sorta di pregiudizi legati a tutta l'umanità o ai singoli individui
sono le conoscenze sedimentatesi nel corso del tempo e che meritano perciò, per la propria antichità, di essere rispettate e venerate come degli idoli
le verità della religione
le false e illusorie conoscenze dei sensi
Il metodo di Bacone
è basato su una induzione graduale che giunge alle conclusioni senza saltare i necessari passaggi intermedi e senza prescindere da un'osservazione sistematica della realtà
riprende il procedimento induttivo aristotelico
è basato sia sui sensi sia sul ragionamento matematico, come quello galileiano
non prevede il ricordo ad esperimenti perché le procedure matematiche possono sostituire ogni ricorso all'esperienza diretta o di laboratorio, e poi non sempre, dati i limiti dell'epoca, è possibile realizzare esperimenti
La "Nuova Atlantide" di Bacone
è un'opera nella quale il suo autore immagina un mondo dominato dalla tecnica e, direttamente o indirettamente, governato dagli scienziati
è un'utopia politica nella quale si immagina un mondo nel quale non esista più proprietà privata e gli uomini siano uguali
è quella che si chiama "distopia" cioè un'utopia negativa nella quale si immagina un mondo dominato dalla tecnica e disumanizzato
prevede la rifondazione del sapere e ha come sottotitolo "Instauratio magna", proprio a indicare la grandezza di tale compito
Le regole del metodo, delle quali Cartesio parla nelle "Regulae ad directionem ingenii",
non hanno in se stesse il proprio fondamento, ma devono essere giustificate risalendo alla loro radice: l'uomo come soggettività
possono sottrarsi a ogni forma di dubbio e trovare in se stesse la propria legittimazione, perché si basano sulla matematica che si sottrae a ogni scetticismo
si articolano in tre momenti: evidenza, analisi, sintesi
non hanno bisogno di alcuna fondazione metafisica, perché basta il riferimento all'io e alle sue leggi
Secondo Cartesio, l'uomo
supera il dubbio prima trovando la certezza della propria esistenza e poi quella di Dio
prima ritrova Dio e poi su tale certezza fonda quella della propria esistenza
non può mai uscire dal dubbio che è appunto 'iperbolico'
si sottrae al dubbio grazie all'impossibilità di dubitare del mondo naturale, tangibilmente presente ai suoi sensi
La fisica cartesiana
concepisce il mondo naturale in termini puramente meccanicistici
fa un uso sistematico della matematica, come quella galileiana
presuppone un continuo intervento divino nel mondo naturale
riesce a stabilire un organico rapporto fra res cogitans e res extensa
"Ciascuno infatti (oltre alle aberrazioni proprie della natura umana in generale) ha una specie di propria caverna o spelonca che rifrange o deforma la luce della natura: o a causa della natura propria e singolare di ciascuno, o a causa dell'educazione e della conversazione con gli altri, o della lettura di libri e dell'autorità di coloro che vengono venerati ". Chi secondo te ha scritto questo passo?