STORIA - DALLA BELLE EPOQUE ALLA GRANDE GUERRA
Realizzato dalla prof.ssa Maria Vittoria Landi e dal prof. Attilio Carrella
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Giolitti, in occasione del dibattito parlamentare allo scioglimento della Camera del Lavoro di Genova, enunciò il suo programma che proponeva di:
- sostenere un atteggiamento neutrale dello stato nelle vertenze sindacali
- ostacolare il Partito socialista
- utilizzare provvedimenti antidemocratici in occasione degli scioperi
- impedire il rientro dei cattolici nella vita politica
Il Partito socialista italiano presenta due anime ideologiche e strategiche:
- massimalista e riformista
- rivoluzionaria e anarchica
- giolittiana e comunista
- marxista e liberale
Secondo Salvemini dal decollo industriale italiano resta escluso il Sud perché:
- Giolitti scese a compromessi con i ceti dirigenti parassitari meridionali e con la malavita organizzata durante le elezioni
- Giolitti non poteva stanziare fondi da investire nel Meridione in quanto il bilancio era deficitario
- gli imprenditori meridionali volevano essere autonomi dal Governo
- i contadini meridionali preferivano l'emigrazione e la consideravano un buon rimedio alla crisi economica
La Belle Epoque esalta i valori "dell' Italietta giolittiana":
- borghese
- aristocratica
- socialista
- cattolica
La battaglia futurista contro il tradizionalismo della borghesia dell'epoca si caratterizza per:
- la volontà di rompere gli schemi e l'adesione al movimento nazionalista e interventista
- la volontà di esaltare il futuro attraverso il pacifismo e il recupero delle radici storiche
- la volontà di lottare per recuperare i valori morali e la classicità
- la volontà di combattere per l'emancipazione delle donne e il diritto di voto
Il Patto Gentiloni alla vigilia delle elezioni del 1913 indica:
- l'accordo elettorale tra liberali e cattolici
- l'accordo elettorale tra liberali e socialisti massimalisti
- l'accordo elettorale tra liberali e socialisti turatiani
- l'accordo elettorale tra liberali e nazionalisti
"La grande proletaria si è mossa": con queste parole G. Pascoli appoggia la guerra di Libia perché:
- l'Italia ha il diritto morale e sociale di conquistare nuove terre
- la guerra è "la sola igiene del mondo"
- Pascoli era politicamente vicino ai nazionalisti
- la guerra rientrava naturalmente nei programmi dei socialisti e dei democratici
Al momento dello scoppio della prima guerra mondiale, in Italia si accese un dibattito su neutralità e intervento. Erano ostili alla guerra:
- gran parte dei liberali, dei cattolici e dei socialisti
- gran parte dei nazionalisti, gli anarchici e i sindacalisti rivoluzionari
- Mussolini e il giornale "Il Popolo d'Italia"
- il Re, il Governo presieduto da Salandra, la grande borghesia
La guerra fu la prima vera esperienza di massa degli italiani perché:
- nella sua tragicità coinvolse tutte le fasce e i ceti sociali e rappresentò un momento di partecipazione collettiva
- gli italiani avevano, già prima della guerra, un forte sentimento di appartenenza a una stessa nazione
- gli italiani erano abituati a fare fronte comune contro un nemico unico ed esterno
- gli italiani erano sicuri che la guerra avrebbe fatto gli interessi delle masse lavoratrici
La prima guerra mondiale si differenziò dalle guerre precedenti perché fu:
- di trincea, psicologica, industriale, totale
- patriottica, di strategia, borghese
- risorgimentale, proletaria, tecnologica
- nazionalista, imperialista, totalitaria